Care Colleghe e Colleghi di Cultura e Professione, mi fa veramente piacere poter inaugurare, con questa lettera, il nuovo sito della nostra Associazione. Non è stato facile raggiungere questo traguardo, ma finalmente… ce l’abbiamo fatta! Come già sapete, domenica 19 aprile si terrà a Roma la nostra Assemblea, che sarà l’occasione per un confronto a tutto tondo sulla nostra strategia e sulle nostre prospettive per il futuro. Come pure per un primo bilancio di questi primi 11 mesi di mandato. Vi dico subito che non sono soddisfatto: immaginavo risultati più tangibili in tempi più brevi, ma siamo stati frenati da diverse difficoltà, anche di tipo tecnico. Tuttavia, da parte del Consiglio Direttivo, l’impegno è stato – e continua ad essere – molto grande. E in virtù di tale impegno siamo riusciti a porre le basi per un’articolazione territoriale di Cultura e Professione, dando il via alla possibile nascita di sezioni regionali dotate di forte autonomia rispetto al Centro. Di questo passaggio istituzionale sono particolarmente orgoglioso, perché il passaggio ad una struttura organizzativa di tipo federale consentirà, in prospettiva, un’aderenza ai contesti più marcata e al tempo stesso più capillare, consentendo alle diverse istanze della professione presenti nei diversi territori di trovare una rappresentazione più puntuale, più adeguata, e più dialettica all’interno della nostra Associazione, arricchendo e vivificando in modo costante gli orizzonti del nostro impegno politico e culturale. In attuazione di quanto previsto dallo statuto abbiamo anche costituito il Comitato Scientifico, che ci auguriamo fortemente presente e incisivo in tutte le iniziative culturali di Cultura e Professione, e la cui composizione viene dettagliata in un’altra sezione di questo stesso sito. Analogamente, abbiamo dato vita al Collegio dei Probiviri, che a mio modo di vedere andrà inteso non soltanto nella sua classica funzione di magistratura interna potenzialmente sanzionatoria (funzione a cui si spera debba lavorare il meno possibile!), ma anche e soprattutto quale interlocutore attento e propulsivo rispetto all’intera sfera etico‐ culturale della nostra professione. Abbiamo proseguito nel difendere il ruolo dello psicologo e nel valorizzare le competenze psicologiche in contesti vari e anche controversi (come la Responsabilità dei Centri Diurni all’interno del Servizio Sanitario Nazionale); ed è in cantiere l’organizzazione di un convegno sul counseling psicologico, le cui linee verranno presentate e discusse nel corso della prossima Assemblea. E’ un tema, questo, che mi sta particolarmente a cuore, e a cui assegno un rilievo del tutto speciale in ragione del suo costituirsi quale anello di congiunzione fra “cultura” e “politica”: in un contesto sociale in cui allignano improvvisatori e millantatori di ogni risma, la presentazione di alcune buone pratiche di counseling psicologico potrà stimolare una riflessione approfondita sul significato e sulle funzioni del counseling stesso, vaccinando la società civile contro le facili sirene di chi esercita in modo sostanzialmente abusivo la professione di psicologo senza possederne né titoli né, soprattutto, formazione. Per quanto concerne i cantieri di lavoro sui prototipi d’intervento psicologico ci troviamo in forte ritardo, e mi auguro che il prossimo incontro assembleare possa contribuire, almeno in parte, a colmarlo. Il gruppo di lavoro sul servizio civile europeo ha però lavorato alacremente, producendo un documento che verrà presto pubblicato nel sito. Anche questo sito, in cui mi state leggendo, ha richiesto più tempo del previsto per essere realizzato: si è trattato però di un’operazione tecnicamente non semplicissima, che si proponeva – e si propone – di voltare pagina nelle modalità di comunicazione sia esterna che interna, garantendo, da adesso in poi, aggiornamenti costanti e tempestivi anche sul piano informativo. Per raggiungere questo traguardo sono risultati determinanti l’impegno e la competenza del Segretario, Davide Baventore, che è pure Caporedattore del sito. Ma passiamo adesso, sia pure in modo assai sintetico, ad alcune fondamentali questioni di linea politica. Per quanto concerne la politica previdenziale, Cultura e Professione continua la sua battaglia per garantire, all’interno dell’E.N.P.A.P., la massima trasparenza degli atti amministrativi. Non dovranno mai più ripetersi vicende scandalose come quella, tuttora oscura, dell’acquisto di sede in Via della Stamperia: un vero e proprio fossato separa Cultura e Professione da tutte le Amministrazioni (vecchie o nuove che siano) incapaci di comportarsi con assoluta trasparenza nei confronti dei propri iscritti. Al tempo stesso Cultura e Professione prosegue il proprio impegno nell’incalzare l’Amministrazione dell’Ente verso progressivi risparmi di gestione, che in prospettiva possano tradursi in un significativo incremento del montante contributivo degl’iscritti. Naturalmente, per realizzare obiettivi così ambiziosi non è stato, né sarà sufficiente utilizzare al meglio gli strumenti statutariamente previsti dalla fisionomia giuridico‐amministrativa dell’E.N.P.A.P.: risulta ogni giorno più evidente la necessità di un’incisiva azione politica, che coinvolga le responsabilità di Parlamento e Governo in un disegno di ampio e lungimirante respiro (per uno sguardo più dettagliato alle linee programmatiche di Cultura e Professione rispetto alla previdenza si rimanda comunque il lettore all’apposita sezione del sito). Ma la questione della trasparenza e della correttezza nell’azione amministrativa non riguarda soltanto l’E.N.P.A.P., riguarda pure l’operato degli Ordini: e su questo punto Cultura e Professione è intenta a vigilare con grande attenzione, a prevenire e a contrastare, sempre e comunque, sconfinamenti e irregolarità nel governo degli Ordini stessi. In definitiva, però, il tema centrale dell’impegno politico e culturale che ci siamo dati è quello del consolidamento d’identità della professione di psicologo, e dell’ampliamento delle sue capacità operative all’interno del contesto sociale: capacità operative da intendere come un ampio ventaglio di funzioni professionali, il cui valore necessita di un adeguato riconoscimento sotto il profilo sociale così come sotto il profilo economico. Funzioni tradizionali, da aggiornare con intelligenza e flessibilità rispetto ai tempi che stiamo vivendo; ma anche funzioni nuove ed embrionali, da costruire con creatività e con sapienza, in una sorta di nuova fabbrica culturale della nostra professione: con l’obiettivo di produrre nuovi prototipi e nuovi start‐up di lavoro psicologico. Come prima vi dicevo, cominceremo intanto col counseling: organizzando una giornata di confronto e di studio sulle buone prassi di counseling psicologico, e dimostrando, a partire da esse, la nocività e l’insensatezza delle tante forme di abuso e di sconfinamento incompetente nei territori della nostra professione.
Un saluto cordiale Mario Ardizzone
Presidente di Cultura e Professione