La nostra Associazione con questo documento intende esprimere la propria posizione nei confronti della formazione e dell’esercizio della Psicoterapia in Italia, in linea con i principi fondanti Cultura e Professione che richiamano “l’unitarietà della professione, il rigore sulla competenza, l’etica della responsabilità, il consolidamento dell’autonomia professionale, la tutela della professione, la solidarietà e lo spirito di colleganza all’interno della comunità professionale”.
L’assunzione di una posizione netta e lo sviluppo di una riflessione approfondita nei confronti di questo ambito di intervento della Psicologia ci sembra necessaria, a seguito delle tante segnalazioni pervenute riguardanti un disagio diffuso tra le Colleghe Psicologhe ed i Colleghi Psicologi, di diversa formazione, per essersi vista preclusa la partecipazione a bandi di concorso emessi da Asl o da altri Enti Pubblici o Convenzionati in cui viene richiesta la specializzazione in uno specifico orientamento teorico-clinico e non ammessa conseguentemente la specializzazione in tutti gli altri orientamenti.
Ci preme subito dirimere un equivoco che potrebbe essere strumentalmente proposto.
Non intendiamo negare il valore di alcun modello di intervento clinico: tutti hanno prestigio e storia che li colloca a pari dignità con gli altri. Stigmatizziamo, invece, le scelte degli Amministratori quando indicano come requisito di accesso al bando l’essersi formati in uno specifico approccio teorico-clinico. La Specializzazione è una e si chiama “Psicoterapia”: se così non fosse si vanificherebbe il valore legale della stessa. Manifestiamo piena solidarietà alle Colleghe e ai Colleghi che esprimono il loro diritto all’esercizio libero della Psicoterapia, acquisito secondo le normative vigenti che istituiscono la specializzazione.
L’interferenza di certe Istituzioni nella dialettica interna al pensiero scientifico e alla comunità, che lo costruisce dialetticamente, riporta a tempi oscuri che imbriglierebbero la ricchezza della nostra professione e la forza complessiva della nostra identità. Ciò porta di fatto a ledere la libertà delle Psicologhe e degli Psicologi a formarsi e ad esercitare l’attività psicoterapeutica secondo i propri modelli di riferimento, validati dal Decreto di autorizzazione ministeriale.
Questo Manifesto – che vi sottoponiamo per la sottoscrizione – mira a sottolineare il valore storico della pluralità dei saperi e delle metodologie nell’ambito della Psicologia e della Psicoterapia nel nostro Paese, sostenendo alcuni principi di fondo che intendiamo qui sottolineare.
Cultura e Professione intende tutelare la ricchezza delle risposte diversificate nell’offerta di Psicoterapia e difendere il valore legale della Specializzazione in Psicoterapia.
Per questo riteniamo fondamentali i seguenti Principi:
1. IL PLURALISMO TEORICO-CLINICO IN PSICOTERAPIA
In conformità con le norme attualmente in vigore, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha accreditato e accredita Scuole di Specializzazione in Psicoterapia che rappresentano diversi approcci che rinviano a teorie, metodologie e prassi cliniche consolidate. La recente tendenza di alcune Amministrazioni ad assegnare una sorta di “primazia” a questo oppure a quel modello tende, di fatto, a negare non solo il valore di teorie e tecniche differenti, spesso dotate di una lunga e consolidata tradizione scientifica, ma pone anche in discussione l’attività stessa di valutazione svolta dagli appositi organi ministeriali in merito ai modelli teorico-clinici ed alle organizzazioni didattiche delle scuole riconosciute.
Assegnare un primato ad un modello teorico-clinico confligge con le risultanze scientifiche attualmente disponibili ed esprime un approccio riduttivo nei confronti della complessità della Psicoterapia e del suo ambito di intervento.
2. LA LIBERTÀ DI SCELTA DELL’ORIENTAMENTO TEORICO-CLINICO IN CUI FORMARSI
La Psicoterapia è una forma specialistica di intervento psicologico, ma le ipotesi teoriche sul disfunzionamento e sui criteri di salute psichica, le tecniche utilizzate e gli assetti organizzativi all’interno dei quali si opera sono talmente diversi da rendere a tutt’oggi improbo il tentativo di delineare un profilo unico e onnicomprensivo di Psicoterapia. D’altro canto, i target stessi dell’intervento terapeutico sono estremamente variabili. In questo scenario, malgrado le tendenze all’integrazione di teorie e prassi, le Psicologhe e gli Psicologi che desiderano formarsi alla Psicoterapia debbono operare una scelta non solo in merito al modello, ma anche ai contesti ed ai target con cui intendono lavorare.
Ogni Psicologa e Psicologo deve avere assicurata la libertà di scegliere per la specializzazione il modello più congruo ai propri interessi ed inclinazioni, non venendo per questo penalizzati. Spetta al sistema formativo pubblico vagliare e vigilare sulla solidità scientifica e sull’appropriatezza formativa delle diverse Scuole presenti sul territorio.
3. LA COERENZA TRA FORMAZIONE ALLA PSICOTERAPIA E TIROCINIO
Il tirocinio presso Strutture e Servizi Pubblici e Privati accreditati previsto nell’ambito della formazione alla Psicoterapia è un’attività il cui fine è consentire alla Specializzanda ed allo Specializzando di verificare se la domanda di cure da parte dell’utenza sia soddisfacibile applicando il modello di intervento psicoterapico adottato dalla propria Scuola di Specializzazione.
Di fatto, in molti Servizi Pubblici e Privati si richiede a chi sta svolgendo il tirocinio di aderire al modello ed alle prassi in uso presso il Servizio e non si dà spazio alla possibilità di sperimentarsi come tirocinanti, sotto supervisione della Scuola, all’intervento clinico secondo il proprio modello formativo, anche al fine di verificarne l’efficacia, come previsto dalla normativa vigente.
I Servizi accreditati per il tirocinio delle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia devono favorire alle Specializzande e agli Specializzandi l’attuazione di un tirocinio, sotto supervisione della Scuola, che preveda di intervenire con l’utenza secondo il proprio modello formativo.
4. LA LIBERTÀ DI ESERCITARE LA PSICOTERAPIA SECONDO IL PROPRIO MODELLO DI FORMAZIONE
Chi è Psicoterapeuta si forma per “leggere” il disagio dell’utente e per intervenire su di esso con una specifica operatività̀, acquisita al termine di una formazione quadriennale svolta in una delle scuole riconosciute dal MUR, secondo il modello teorico e le tecniche previste dall’iter formativo stesso. In alcuni Servizi Pubblici e Privati accreditati, viene richiesto a chi è già Psicoterapeuta di adottare un modello di intervento specifico, che risulta essere distante dalla formazione teorica e pratica precedentemente acquisita. Questo costringe chi è già Psicoterapeuta a rispondere alle problematiche cliniche dell’utente seguendo un approccio che non corrisponde al proprio percorso formativo, obbligando, di fatto, a “regredire” a uno stato di neofita e a rinunciare all’utilizzo delle competenze e delle metodologie apprese durante la formazione specialistica. In altri casi, alcune Amministrazioni impediscono la partecipazione a bandi di concorso a coloro che, pur essendo in possesso del titolo di Psicoterapeuta, non sono in possesso di specifici modelli teorico-clinici di intervento certificati. Questa prassi determina, di fatto, una svalutazione del titolo conseguito.
Ogni Psicoterapeuta deve avere il diritto di non vedere discriminato il proprio modello di intervento e il valore legale della specializzazione conseguita.
5. IL DIRITTO DI INFORMAZIONE E LA LIBERTÀ DI SCELTA DA PARTE DELL’UTENTE
La pluralità di modelli di intervento che caratterizza attualmente la Psicoterapia non si declina solo sul piano del modello teorico-clinico, ma conseguentemente anche su quello della prassi e delle finalità dell’intervento, differenze che possono e devono essere oggetto di informazione da parte del clinico nei confronti dell’utente, sia nell’ambito del Servizio Pubblico che nel Privato. L’utente ha, infatti, il diritto di essere informato e di acquisire una sufficiente consapevolezza rispetto alla “declinazione” di Psicoterapia che gli si sta offrendo, e di avere libertà di scelta sul tipo di prestazione da ricevere, anche rivolgendosi ad altri Servizi Pubblici o Privati, al pari di ciò che accade per altri Servizi di assistenza sanitaria.La pluralità dell’intervento clinico in Psicoterapia è una ricchezza che va offerta all’utente delle prestazioni e alla collettività.
Non spetta agli Amministratori indicare metodologie e modelli specifici di intervento, che devono rimanere nella discrezione di ogni Psicoterapeuta sulla base della sua formazione e competenza. Le Istituzioni possono stabilire gli obiettivi ma non devono compromettere la libertà e l’autonomia di chi è Psicoterapeuta nel perseguirli.